E venne l’era del Google Casco
Ironica descrizione delle funzioni di un casco – basato su Android – che risolve i problemi di privacy di Gmail, Google Buzz, Picasa…
Da quando Google è diventato sinonimo di monopolio del Web, i problemi di privacy legati ai servizi forniti gratuitamente si sono fatti concreti, per quanta fiducia si voglia riporre in un’azienda che fa dell’onestà e della coerenza uno dei principi cardini.
Una questione per niente trascurabile, dunque, che spesso finisce vittima dell’ironia, del sarcasmo, talvolta persino della satira. Quest’ultimo è forse il caso del Google Casco, una trovata destinata a mandare per sempre in cantina l’annosa questione: perché Google è legittimata a sapere dove siamo con Buzz, cosa diciamo ad amici e colleghi con Gmail, quali sono i volti nostri e delle persone a noi vicine con Picasa Web?
La soluzione consiste in un scanner del lobo frontale integrato nell’elmetto, capace di leggere il pensiero e di fornire gli esiti delle ricerche (che altro non sono se non “domande” che si pone l’intelletto) in tempi inusitatamente veloci.
A seguire la curiosa locandina, nelle dimensioni originali ed in inglese, che descrive le funzioni del Google Casco.
Il Google Casco descritto in una locandina (click per allargare)